Domanda di Stefano H904: perchè mahler mi sta fortemente indigesto?
o non lo so capire o…. comunque non mi dice niente neache la V e l’adagietto
molto interessanti le risposte finora ricevute (Teo e Ciccio), a parte Mahler in effetti mi piace molto cercare di collegare musiche e compositori a un certo clima storico-culturale. Se avete qualche altro esempio da fare liberamente, da parte mia sarà gradito (Tipo Wagner-Nazismo. Schoenberg -atonalità, superamento della concezione musicale come fino allora intesa. Quali autori si possono più leggere in questa chiave, storicizzandoli? Altri mi sembrano più dei “cani” sciolti). Ascoltare classica senza sapere nulla dell’inquadramento culturale mi sembra un pò come veder eun film senza audio.
per Alberto: mah quanto dici può valere forse qualche volta, attacchi il disco e ti rilassi , non è obbligatorio approfondire se no ti va, ma poi è anche un limite, un pò come andare a una mostra di pittura a guardare i colori dei quadri senza guida e senza capire.
Quanto a Schoenberg mi stava quasi cominciando a piacere ma dopo sto aneddoto del libro di Mann mi è calato di nuovo………
Migliore risposta:
Answer by Teo
Non è obbligatorio amare Mahler… io l’ho adorato tantissimo, anni fa’, soprattutto la prima sinfonia diretta da Bruno Walter, o l’adagio della nona diretta da Karajan… l’adagietto della quinta mi rievoca le sequenze del film “Morte a Venezia” di Luchino Visconti… ti consiglio di vederlo.
…di Mahler amavo la sua tenacia nostalgica a non voler abbandonare il sistema tonale, pur dilatandolo fin quasi a renderlo irriconoscibile, mentre la musica dei suoi contemporanei era ormai avviata verso la atonalità. Sentivo in lui tutto il dramma di un’epoca, quella borghese ottocentesca, che si avvia ad infrangersi come un Titanic nell’iceberg delle guerre mondiali.
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DDA :
Il povero Wagner non c’entrava niente con il Nazismo, casomai sono stati i Nazisti ad eleggerlo come esempio di musica ariana pura. Recentemente, nel 2007, il direttore d’orchestra Daniel Barenboim (ebreo) ha voluto sfatare questo equivoco dirigendo musica di Wagner ad Israele.
Su Shoenberg ci ho scritto una tesi di laurea… impossibile fare una sintesi qui. Visto però che la domanda principale è su Mahler ti cito ciò che dice Luigi Pestalozza nella postfazione a “Stile e Idea” di Shoenberg: “La musica di Mahler e quella di Shoenberg nascono entrambe dallo stesso presupposto: la crisi del sistema tonale. In Mahler, però, la tonalità non viene mai meno completamente perché ciò che le compete è manifestare il pessimismo del proprio estenuarsi. In Shoenberg, invece, ogni passo ulteriore oltre la tonalità rappresenta un punto di partenza per un tentativo di ricostruzione linguistica.”
Anch’io, poi, ti consiglio la lettura del “Doctor Faustus” di T. Mann. Su quel romanzo c’era stata pure una polemica tra Shoenberg e Mann. Noterai infatti che in fondo al romanzo c’è una nota di Mann in cui avverte il lettore che il metodo compositivo descritto al cap. XXII è paternità di Shoenberg. Ebbene quella nota nella prima edizione del romanzo non c’era. Fu Shoenberg a chiedere insistentemente a Mann di scrivere quella precisazione per paura che qualcuno potesse pensare che avesse lui preso ispirazione da Mann per ideare il metodo dodecafonico. Ma anche quando la nota fu aggiunta, dalla seconda edizione del romanzo, Shoenberg non fu contento ed anzi andò su tutte le furie perché la nota era messa in fondo al romanzo, in un punto in cui il lettore non l’avrebbe mai notata, e – molto più offensivo – Mann lo definiva “…un compositore contemporaneo”, con l’articolo indeterminativo “un” come se fosse uno qualunque.
Non si parlarono mai più.
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