Perfavore potreste darmi un testo ke parla della genetica e di Mendel?

Domanda di axent94: Perfavore potreste darmi un testo ke parla della genetica e di Mendel?
MI serve per la tesina un testo ke parli della genetica e di Mendel nn troppo lungo

Migliore risposta:

Answer by marrielou56
Gregor Johan Mendel (1822-1884)
nacque in un villaggio della Slesia, in Polonia, da una famiglia di contadini. Inizialmente vinse molti premi per aver ottenuto le migliori varietà di frutto e ortaggi. Entrò così come novizio nel convento agostiniano di Bruno, nella Repubblica Ceca, e frequentò gli studi di matematica, fisica e botanica all’università di Vienna.
Nel giardino di quel convento, iniziò a dedicarsi allo studio degli incroci sulle piante di pisello (Pisum Sativum). Queste piante si autofecondano cioè i loro fiori producono sia gameti maschili che femminili.
Mendel li fece fecondare e si accorse che con l’autofecondazione nascevano fiori dello stesso colore della prima generazione. Così sperimentò la strategia della fecondazione incrociata. Quest’ultima consisteva nel trasferire i gameti maschili in un’altra pianta con gameti femminili. Così Mendel impedì l’autofecondazione aprendo i fiori ancora in boccio e asportando gli stami con un pennellino, prelevando il polline di una seconda pianta. L’obbiettivo era quello di realizzare una fecondazione tra due piante di razza pura ma che erano diverse per forma e colore.
Mendel era convito che ad ogni generazione una pianta ereditasse dall’incrocio parentale due unità per un carattere. Per dimostrare che aveva ragione, realizzò degli incroci monoibridi cioè degli incroci tra due piante di linea pura per uno stesso carattere.
Ottene così una generazione di piante eterozigoti. Fece altri esperimenti tra cui incrociare una pianta di linea pura, a fiori viola, con una a fiori bianchi. Tutte le piante della prima generazione risultavano viola. Da questo dedusse che il carattere “viola” era dominante su quello “bianco”. Aspettò così che si autofecondassero. Nella seconda generazione ricomparve il carattere del fiore bianco. Da questi esperimenti Mendel scoprì l’esistenza dei geni e quali tra loro possono essere definiti dominanti e recessivi
La pagina è stata scritta da ary193 e inserita da ary193.

La Genetica

Le leggi di Mendel
La genetica, dal greco gennao (=dare vita, generare),è la scienza che si occupa della trasmissione dei caratteri ereditari, quindi studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica degli organismi.
Tutto questo non si spiegò fino al XIX secolo, quando Gregor Mendel (1822-1884), monaco e biologo ceco-austriaco, pur non sapendo dell’esistenza dei cromosomi (=filamenti di DNA presenti nel nucleo delle cellule) e della meiosi (=divisione cellulare che porta alla formazione dei gameti, con un numero dimezzato di cromosomi), attribuì ai “caratteri ” la proprietà di determinare il fenotipo (=espressione visibile del genotipo) dell’individuo.
Per riuscire a spiegare la trasmissione dei caratteri ereditari Mendel :
– Identificò, dopo sette anni di selezione di linee pure (=individui omozigoti), utilizzando l’autoimpollinazione (=fecondazione di un ovulo con il polline dello stesso fiore) sette varietà di fiori che differivano nella forma del seme (liscio o rugoso), nel colore (porpora o bianco), nella forma del baccello (rigonfio o grinzoso), nel colore del baccello (verde o giallo), nell’altezza del fusto (alto o basso).
– Prese due piante di fiori completamente diverse, appartenenti alle linee pure, e accorse all’impollinazione incrociata.
– Alla fine notò che si sviluppavano solo piante a fiori rossi, cioè ad un solo carattere; quindi chiamò questo carattere dominate, e carattere recessivo il carattere fiori bianchi. Inoltre chiamò ibridi le piante ottenute dall’incrocio perché, pur presentando il solo carattere fiori rossi, non appartenevano più ad una linea pura.
Questa è la prima di Mendel, la legge della dominanza o legge della uniformità degli ibridi.
Mendel continuò i suoi esperimenti utilizzando gli ibridi a fiori rossi prodotti dalla prima generazione ed osservò che dal loro incrocio non nasceva individui tutti uguali: infatti il 25% rappresentavano il carattere recessivo, cioè il carattere fiori bianchi, mentre il 75% rappresentava il carattere dominante, cioè il carattere fiori rossi. Questa è la seconda legge di Mendel, chiamata anche legge della segregazione degli ibridi, perché il carattere recessivo si separa (segrega) da quello dominante.
La dominanza incompleta
Le leggi di Mendel si occupano di caratteri con caratteristiche di dominanza completa. Questo però non è sempre valido, in alcuni casi la dominanza non è completa, ma segue il modello della dominanza incompleta, cioè nell’individuo ibrido si manifesta un carattere intermedio rispetto a quelli delle linee pure.
Come nei fiori della bocca di leone, dall’incrocio di fiori rossi e bianchi, nascono fiori rosa, colore intermedio tra il rosso e il bianco.
La biotecnologia e l’ingegneria genetica
La biotecnologia è una tecnica che sfrutta l’attività dei microrganismi al fine di produrre beni utili all’uomo. Alcuni microrganismi, come batteri, lieviti, muffe, alghe, producono naturalmente numerosi sostanze utili all’uomo. I microrganismi vengono impiegati nella panificazione (lievitazione), nella produzione di bevande alcoliche, dei formaggi e anche dei farmaci. La biotecnologia è utilizzata da tempi antichissimi, da quando l’uomo ha imparato a fare il pane, il vino, il formaggio ecc.
L’ingegneria genetica è una tecnica interviene direttamente sui geni dei microrganismi. Con essa si può modificare il patrimonio genetico di una specie. In questo modo vengono prodotti gli organismi transgenici od organismi geneticamente modificati (OGM). Il gene introdotto indurrà a produrre la proteina da esso codificata.
Gli ingegneri ottengono questi risultati usando diverse tecniche, ma una tra quelle più usate è quella del DNA ricombinante, dove l’informazione genetica passa dal DNA alle proteine.
Per costruire un gene in laboratorio si eseguono diverse fasi:
– Si determina la sequenza egli amminoacidi della proteina;
– Una particolare “macchia costruttrice di geni” monta in catena le triplette di DNA corrispondenti: è un segmento formato però da un filamento singolo;
– Con l’aiuto di enzimi si ottiene il DNA a doppia elica: è il gene che codifica per la proteina;
– Al gene si attaccano infine le sequenze di basi che per il batterio significano gli ordini “inizio” e “stop”: il gene è pronto per l’inserimento.
Il gene ottenuto è poi inserito all’interno della cellula del microrganismo scelto attraverso vettori: i plasmidi. Essi possiedono 2 qualità che li rendono particolarmente adatti per funzionare come trasportatori di geni: sono capaci di replicarsi nella cellula batterica e possono passare facilmente da una cellula batterica all’altra.

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