Dottorato in fisica: tempo, requisiti e un assaggio di quello che fanno studiare.?

Domanda di Hermes: Dottorato in fisica: tempo, requisiti e un assaggio di quello che fanno studiare.?
ciao a tutti, vorrei ricevere informazioni su come ottenere il dottorato in fisica e le cose sopra indicate. Grazie

Migliore risposta:

Answer by Jade V
I dottorati di ricerca hanno la durata di tre anni e vi si accede attraverso un concorso universitario. E’ necessario essere in possesso o di una laurea specialistica, ossia una quadriennale/quinquennale, oppure di una triennale+magistrale.
I concorsi sono banditi una volta all’anno dalla facoltà, e si svolgono in genere nel periodo post lauree estive (nella mia università ad esempio si tengono ottobre, mentre la domanda va presentata entro settembre). Sono suddivisi in 2 parti: la prima scritta, con argomenti più vasti, per testare le conoscenze pregresse del candidato (che devono essere buone in tutti gli argomenti più importanti fra quelli affrontati nelle lauree o laurea precedente), la seconda orale, con domande di approfondimento. Il candidato, al momento della domanda a concorso, presenta anche una breve relazione sull’argomento specifico su cui intende basare il proprio dottorato (esempio inventato: le implicazioni relative alla scoperta del bosone di Higgs), e durante l’esame orale è tenuto a spiegare alla commissione esaminatrice quale argomento ha intenzione di affrontare, quali sono i propri intenti di studio durante il dottorato, e in quale modo intende portare avanti la propria ricerca.
Una volta superato positivamente l’esame (con graduatoria di aventi diritto) si accede alla scuola dottorale, dove si studierà appunto in relazione al proprio argomento specifico e alle aeree annesse, tralasciando quelle più distanti e meno correlate (in pratica, semplificando al massimo, è come se una laurea si basasse non su tanti corsi ed esami diversi, ma su un unico macrocorso monotematico). Ogni dottorando avrà scelto un proprio docente-referente, che lo accompagnerà durante tutti gli anni di dottorato, seguendo i suoi studi e partecipando alla sua preparazione (una sorta di tutor e allo stesso tempo relatore).
Alla fine di ogni anno dottorale, è richiesta al dottorando la presentazione di una relazione sugli studi effettuati durante quel periodo, i propri progressi e l’andamento generale (mentre il docente tutor “perorerà la causa”, diciamo così, mostrando alla commissione il lavoro svolto e l’impegno profuso dal suo candidato).
Alla fine del triennio, lo studente presenterà una tesi dottorale, che sarà una summa del lavoro di ricerca svolto durante il periodo di studi superiore.
Al dottorando viene richiesta inoltre la partecipazione alle lezioni dottorali, ossia lezioni di livello superiore alla normale laurea, con intervento di docenti ospiti e di specialisti nei vari campi di studio (sempre ovviamente inerenti agli argomenti principali di studio, anche se non propriamente e direttamente relativi all’argomento scelto), interventi attivi e collaborazioni (ad esempio, il docente-tutor può chiedere al dottorando di tenere una mini-lezione all’interno di una sua lezione: mettiamo si parli delle varie particelle presenti nell’universo, il docente parlerà del macro-argomento, mentre il dottorando parlerà per mezz’ora del solo bosone di Higgs, con l’esempio precedente, dato che è il suo campo specifico di interesse e sarà quindi particolarmente ferrato nell’argomento. Questa procedura serve a far impratichire il dottorando non solo nell’argomentazione ma anche a rivolgersi ad un pubblico, come pure a una eventuale capacità futura di docenza).
Sono previste anche sue partecipazioni a seminari e convegni realtivi al campo studiato e a campi limitrofi. Molti docenti utilizzano poi i dottorandi come propri assistenti, ad esempio nel corso degli esami, e con altre forme di collaborazione.
In genere, in ogni dottorato (che ha un numero limitato di posti disponibili, per questo è necessario il concorso di ammissione) è previsto un numero (ancora più limitato) di borse di studio, per cui gli aventi diritto avranno a disposizione anche un contributo (mensile, trimestrale o semestrale, dipende dall’ateneo) con il quale “finanziare” il proprio periodo di studi (ed eventualmente anche di mantenimento), dato che il dottorato è incompatibile con qualsiasi altra attività, sia di studio (ossia non si può accedere ad altri dottorati, o altre lauree durante i tre anni) che lavorative, pena l’annullamento di ammissione.

Spero di averti aiutato! In bocca al lupo! 🙂

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